Il calciatore deve possedere determinate qualità fisiche che vanno mantenute in alto stato di efficienza
Nel calcio la match anlysis ci consente di studiare il comportamento degli atleti dal punto di vista fisico durante la partita, rilevando tutti gli spostamenti. Grazie all’utilizzo di questa tecnica di analisi vediamo che il calciatore di alto livello percorre circa 9-12 Km nel corso di un match. Non bisogna però dimenticare che nel calcio è fondamentale l’interazione con “l’attrezzo” di gara, ovvero il pallone. La coordinazione biomeccanica nello sprint e nell’allungo veloce permette al giocatore di esprimere le proprie potenzialità. Per questo può essere considerata, per importanza, alla stregua dei pneumatici per le auto di Formula Uno. Non esiste una modalità specifica di corsa che caratterizzi il giocatore di calcio. Esiste un atteggiamento motorio tipico che il calciatore evidenzia in particolari momenti della partita: baricentro abbassato, arti inferiori che negli spostamenti non si estendono completamente, piedi bassi pronti a giocare la palla. Spesso viene sottovalutata l’abilità che gli atleti devono possedere nel gestire il proprio equilibrio o, meglio, controllare il disequilibrio. Il calcio infatti è particolarmente ricco di momenti tecnici resi critici dal fatto che l’atleta si trova in equilibrio precario. Basti pensare alla ricezione della palla, ai tiri, ai contrasti, agli interventi in assenza di contatto con il suolo, ecc.
Caratteristiche biomeccaniche del gesto specifico nel calcio
Elasticità muscolare e potenza meccanica dei muscoli estensori delle gambe, sono fattori primari per poter eccellere in questo sport. Accelerazioni rapide seguite da arresti improvvisi, cambi di direzione inaspettati, risposte decisionali dipendenti da fattori di gioco che cambiano rapidamente, rappresentano fattori specifici di questa disciplina sportiva. La velocità dei tiri dipende soprattutto dall’area di contatto del piede con la palla. Il calciatore esperto può produrre quella piccola extra velocità al piede e alla palla grazie al movimento di rotazione della gamba di sostegno.
taping elastico applicato al calcio
La padronanza dei principi della biomeccanica del movimento, del contro movimento e dell’equilibrio, aumentano ulteriormente la velocità impressa alla palla. La potenza dei calci lunghi si ottiene con la rincorsa verso la palla e con il movimento del maggior numero possibile dei segmenti del corpo. La gamba calciante inizia il suo movimento indietro subito dopo aver lasciato il terreno. La troveremo già quasi al massimo nel momento in cui la gamba d’appoggio prende contatto con il terreno. Nel momento in cui viene calciata la palla, l’arto di sostegno fa da puntello, la gamba che calcia si trova ben dietro con un’estensione della coscia ed una flessione della gamba sulla coscia. Nel tronco si compie una torsione verso la gamba calciante. La mobilità delle articolazioni è un prerequisito fondamentale per una tecnica di tiro ottimale. Più la catena posteriore è “morbida” più il movimento dell’anca è libero. Questa libertà assicura al calciatore un buon tiro, con un gesto efficace ed economico.
Assetti Posturali nel calcio
L’allenamento monodisciplinare, che riproduce la situazione di gioco, provoca a livello degli arti inferiori, degli squilibri posturali anche evidenti. Nei calciatori il lavoro di semiflessione della gamba sulla coscia fa lavorare in modo costante il quadricipite. Ma i muscoli ischio-crurali, in questa situazione, finiscono per avere un ruolo qualitativamente più importante. Il lavoro ad intermittenza ha come risultato quello di valorizzare il volume dei muscoli e la loro vaso motricità. Pertanto, i calciatori sviluppano ischio-crurali voluminosi, robusti e corti per assicurare la stabilità del ginocchio. Gli ischio-crurali, quando sono in una condizione di retrazione eccessiva mediante il gioco delle catene muscolari, provocano dei compensi statici e dinamici. Sul piano frontale il ginocchio in varismo rappresenta uno degli aspetti più significativi della postura caratteristica del calciatore. Chiaramente, il ginocchio varo ha delle ripercussioni sull’anca, caviglia e piede. A livello dell’anca gli accorciamenti degli ischio-crurali e la tensione di allungamento degli adduttori comportano una risultante di compressione della cavità cotiloidea della testa femorale. A livello della colonna lombare la catena posteriore degli arti inferiori tende a posteriorizzare le ali iliache a raddrizzare la colonna lombare. Entrano in azione, tuttavia, alcuni muscoli che la ricostituiscono. Il quadrato dei lombi agisce sulla lordosi lombare come la corda sulla curvatura dell’arco: più la corda è tesa più l’arco si incurva. Lo psoas iliaco è il secondo muscolo che tende ad aumentare la lordosi lombare. Tutto questo comporta compressioni intervertebrali e discali con affaticamento lombare.
Traumatologia nel calcio
Il calcio ha, in ambito sportivo, un grosso impatto in termini di percentuale d’infortuni. In Europa, infatti, oltre il 50% dei traumi sportivi è attribuibile al calcio. Gli infortuni più frequenti nei giocatori riguardano gli arti inferiori e la schiena. Al contrario per il portiere i traumi più frequenti riguardano l’arto superiore. In età adulta le patologie più frequenti sono lesioni muscolari, tendinopatie inserzionali e distorsioni al ginocchio e alla caviglia. I muscoli maggiormente colpiti sono: il bicipite femorale, il retto femorale a livello della sua porzione prossimale e il gemello mediale nella porzione distale. Gli infortuni più frequenti del ginocchio sono le lesioni meniscali, le fratture osteocondrali, le lesioni dei legamenti e le tendinopatie.
Terapie utilizzate con più frequenza nel calcio. Strategie di rieducazione
Ogni patologia ha dei protocolli diversi. Solitamente, però, in fase acuta i primi provvedimenti sono riassunti nell’acronimo RICE (Riposo, Ice “ghiaccio”, elevazione, compressione). Nei pazienti che non richiedono compressione, già dopo pochi giorni si può passare ad esercizi di mobilità passiva assistita per il recupero dell’escursione articolare. Nei soggetti con immobilizzazione possono essere effettuati precocemente esercizi isometrici anche con il tutore. Successivamente le tappe riabilitative sono: il recupero della forza muscolare, della condizione aerobica e della flessibilità. Infine, il lavoro specifico sul campo attraverso un programma di riatletizzazione che preveda il completo recupero delle capacità condizionali e delle abilità sport-specifiche dell’atleta.
Applicazione calciata
Questa applicazione è utile a stimolare i muscoli tibiale anteriore e retto femorale, per migliorarne il reclutamento, la forza e la resistenza del gesto del calciare la palla. Il bendaggio è da eseguirsi sull’arto dominante o sull’altro arto.
Applicazione cambi di direzione
Questa applicazione mira alla stimolazione della muscolatura deputata alla stabilizzazione dell’arto inferiore durante movimenti traumatici come i cambi di direzione. La traiettoria del nastro serve a dare stabilità meccanica alla caviglia e alla stimolazione dei muscoli peronei e dei muscoli vasti mediale e laterale.
Applicazione arti inferiori e lombare
L’applicazione mira alla vascolarizzazione della muscolatura paravertebrale lombare e alla stimolazione della catena cinetica posteriore degli arti inferiori.